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33° CONGRESSO NAZIONALE FORENSE - RIMINI 6-8 ottobre 2016

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Nei giorni 6, 7 e 8 ottobre scorsi, si è svolto a Rimini il 33° Congresso Nazionale Forense, dal titolo "Giustizia senza processo? La funzione dell'Avvocato" a cui hanno partecipato anche i diciassette delegati leccesi e una delegazione del locale Comitato Pari Opportunità.
L'affluenza dei Colleghi di tutti i Fori d'Italia è stata imponente.
Il principale tema trattato è stato quello della costituzione di un organismo che dia esecuzione ai deliberati congressuali ai sensi dell'art. 39 della Legge 247/12, di cui si è discusso intensamente sin dal momento dell'entrata in vigore della Legge professionale.


Altro tema nodale è stato quello della risoluzione delle controversie attraverso sistemi alternativi e fuori dal processo. Gli istituti della negoziazione assistita e dell'arbitrato sono stati al centro delle relazioni delle Associazioni specialistiche e di molti rappresentanti delle Istituzioni forensi che hanno evidenziato numerose criticità ma che hanno mostrato di riporre grandi speranze in tali sistemi alternativi e di attendere dagli stessi nuove opportunità di lavoro, soprattutto per colleghi più giovani.

Nel pomeriggio di giovedì 6 e nella mattinata di venerdì 7 ottobre si sono susseguiti gli interventi dei Presidenti degli Ordini Distrettuali, tra i quali Napoli, Roma, Genova, Bari, Palermo ed altri, nonché dei Presidenti delle Unioni Regionali. Per la Puglia è intervenuto l'Avv. Stefano Pio Foglia, Presidente dell'Ordine di Foggia.


E' intervenuta anche la Presidente del Coa di Lecce, Avv. Roberta Altavilla la quale ha evidenziato la necessità di trovare finalmente una posizione unitaria che dia dignità e forza all'Avvocatura, troppo spesso divisa e pertanto poco autorevole. Ha anche sollecitato l'attuazione di interventi legislativi a tutela delle fasce deboli, attraverso l'estensione del patrocinio a spese dello stato alla negoziazione assistita e all'arbitrato che non prevedono l'applicazione dell'istituto, costringendo gli avvocati a prestare gratuitamente la loro opera.
Anche la Collega leccese Rita Perchiazzi, Presidente dell'Unione Nazionale Camere Minorili ha svolto una relazione, evidenziando le problematiche del settore e proponendo soluzioni concrete.

Nel pomeriggio dello stesso giorno sono state poste in approvazione le mozioni statutarie, atte a regolamentare la nascita del nuovo organismo di rappresentanza politica dell'Avvocatura (art. 39 L. 247/12) che garantisca la pluralità ma al tempo stesso la coesione delle diverse componenti forensi.
E' stata approvata a larghissima maggioranza (con 591 voti favorevoli, 204 contrari e 134 astenuti) la mozione n. 2 che istituisce un nuovo soggetto denominato Organismo Congressuale Forense, con l'acronimo OCF.


Nella giornata di sabato 8 ottobre sono state votate le mozioni politiche che, come noto, non richiedono un quorum a differenza delle statutarie.


A conclusione della mattinata è intervenuto il Ministro della Giustizia Orlando, intervistato dal dr. Negri, editorialista del Sole 24 ore, su molti temi della Giustizia e sulle riforme in atto in materia civile e penale. Come nello scorso congresso la sua partecipazione ha registrato un momento di particolare interesse e anche molti applausi in una sala gremita. Il Ministro ha esternato una apparente apertura al dialogo e al confronto, nonché una dichiarata attenzione per la categoria che intenderebbe tutelare e sostenere stante la peculiarità della funzione sociale della stessa. Ha però invitato la stessa a parlare con una voce unica e non attraverso soggetti in disaccordo tra loro nelle proposte e nelle aspettative.


L'Ordine di Catania ha proposto la propria candidatura per l'organizzazione del prossimo congresso, e ha ottenuto approvazione alla quasi unanimità dei presenti.


Il Congresso si è quindi concluso nel pomeriggio inoltrato del sabato, con la speranza che l'organismo appena nato possa essere propulsivo e propositivo e che riesca, stante la massiccia adesione dei delegati, a portare avanti le istanze della Avvocatura nell'interesse primario dei cittadini e del diritto di difesa che non può essere ridotto e mortificato da esigenze di mercato.
 

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