XXXII Congresso Forense – Venezia 9/11 ottobre 2014

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Nei giorni 9, 10 e 11 ottobre scorsi, si è svolto a Venezia il 32° Congresso Nazionale Forense, a cui hanno partecipato anche i delegati leccesi eletti dall'assemblea.
L'affluenza dei Colleghi di tutti i Fori d'Italia è stata molto significativa. I temi trattati sono stati molteplici, sia sotto il profilo tecnico che sotto quello politico-forense; sin dal primo impatto, tuttavia, il quadro rappresentato non è stato particolarmente rassicurante e le previsioni per il futuro sono apparse preoccupanti.
Gli istituti della negoziazione assistita e dell'arbitrato sono stati al centro delle relazioni e del dibattito, atteso che molti rappresentanti delle Istituzioni forensi e di alcune Associazioni hanno mostrato di riporre grandi speranze in tali sistemi di risoluzione alternativa delle controversie e di attendere dagli stessi nuove opportunità di lavoro.
Di converso è apparsa lampante l'attribuzione di una forte responsabilità all'Avvocatura, chiamata a contribuire alla riduzione dell'arretrato e alla diminuzione del contenzioso giudiziale, metabolizzando una nuova mentalità e favorendo con l'accordo stragiudiziale e la conciliazione lo smaltimento dei giudizi pendenti.
E' di tutta evidenza, come peraltro detto a chiare lettere da alcuni relatori, tra i quali il Vice Presidente del Cnf, Avv. Ubaldo Perfetti e il Presidente dell'Oua, Avv. Nicola Marino, e come era stato già evidenziato nel corso della Tavola Rotonda del 4/10 u.s., che il fallimento di tali sistemi verrà interpretato come una incapacità dell'Avvocatura di reinventarsi e di adeguarsi ad un nuovo modo di vivere la Giustizia, mostrando un corporativo attaccamento ad un vecchia concezione della professione.
In realtà, nel forum dedicato alla comparazione con altri sistemi Europei è stato messo in evidenza che non si è potuto registrare un grande successo né della negoziazione assistita né dell'arbitrato, i quali, soprattutto in Francia e in Spagna, hanno presentato forti punti di debolezza, constatandosi che gli stessi, in ogni caso, possono solo affiancare ma mai sostituire il lavoro dei Tribunali.
Il Presidente della Cassa, Avv. Nunzio Luciano, ha invece rappresentato, con un filmato in apertura della sua relazione un Ente di Previdenza saldo e florido, attento alle dinamiche dell'economia nazionale e pronto ad offrire il proprio contributo all'economia ad esempio finanziando con i bond la piccola e media impresa.
La presenza del Ministro, in vero molto applaudito, ha segnato un momento di particolare attenzione, poiché egli con un sapiente linguaggio diretto ed accattivante ha mostrato un'apertura al dialogo e al confronto, ma di fatto non ha potuto o voluto promettere nulla, se non l'ascolto e la disponibilità all'approfondimento dei problemi.
Nella mattinata di venerdì 10 ottobre ci sono stati gli interventi di alcuni Presidenti degli Ordini Forensi, tra i quali quello di Palermo, di Napoli, di Roma, di Catania ed altri.
E' intervenuto anche il Presidente dell'Ordine di Lecce, Avv. Raffaele Fatano, il quale ha evidenziato le difficoltà dell'Avvocatura italiana e la dolorosa protesta degli Avvocati leccesi, a fronte della realtà ottimistica, descritta dal Presidente della Cassa, ben diversa da quella percepita dai più.
Punto cruciale del Congresso sono state le numerose mozioni statutarie, atte a regolamentare la nascita di un nuovo organismo di rappresentanza politica dell'Avvocatura (art. 39 L. 247/12) che garantisca la pluralità e al tempo stesso la coesione delle diverse componenti forensi, tutte illustrate ribadendo preliminarmente che "gli Avvocati devono parlare con una sola voce".
Sul punto l'Avvocatura ha invece dimostrato di non parlare affatto in modo univoco, ma di continuare ad avere una visione personalistica dei problemi contingenti, disperdendosi dietro ad astratti principi e perdendo l'occasione di una vera svolta.
Le mozioni proposte da Associazioni e singoli professionisti si sarebbero ben potute fondere in una o due, in modo tale da poter essere esaminate e valutate compiutamente e consapevolmente dall'assemblea dei delegati. In realtà le stesse erano troppo numerose, spesso sovrapponibili in molti punti, complesse ed elaborate, oppure scarne e poco chiare, cosicché nessuna di esse ha raggiunto il quorum necessario per la approvazione, ovvero il 50% più uno degli aventi diritto al voto.
Alla fine, nulla di fatto; si è votato con il precedente sistema e le delegazioni del Distretto di Lecce, Brindisi e Taranto, hanno nominato l'Avv. Sergio Limongelli (Lecce), l'Avv. Mirella Casiello (Taranto) e l'Avv. Elisa Minerva (Brindisi) delegati all'OUA.
Le mozioni politiche, votate nel pomeriggio di sabato 11 ottobre, come noto non richiedevano un quorum, e pertanto sono state approvate o respinte con maggioranza semplice. Tre di queste, tutte approvate, sono state presentate dai Colleghi Vincenzo Caprioli, Rita Perchiazzi, Giuseppe Gallo, Giacinto De Spirito e Viviana Patrocinio (come da allegato).
In conclusione, i lavori congressuali sono stati intensi nei ritmi, spesso incalzanti e faticosi, ma quasi mai entusiasmanti.
I partecipanti hanno mostrato un atteggiamento distaccato e talvolta rassegnato. Pochi gli applausi, davvero rari i momenti di condivisione ed altrettanto limitate le contestazioni.
All'orizzonte si profila l'ennesimo congresso straordinario.

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