Protocollo d'intesa per la messa alla prova e il lavoro di pubblica utilità

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In data 12.12.2017 è stato sottoscritto, con l’adesione anche del Consiglio dell’Ordine che ha fattivamente partecipato alla fase di preparazione e redazione, il “Protocollo d’intesa per la messa alla prova e il lavoro di pubblica utilità”.

In particolare, nella prospettiva di un’agevolazione e di un incentivo all’accesso agli istituti della messa alla prova (MAP) ex art. 464 ss. c.p.p. e dei lavori di pubblica utilità ex artt. 186-187 C.d.S., 73 co. 5bis D.P.R. 309/90 e 165 c.p., il Protocollo regolamenta i vari adempimenti processuali di spettanza dei singoli soggetti del giudizio nell’ambito di una procedura trasparente e condivisa, tesa anche ad evitare inutili lungaggini ed a superare le pregresse difficoltà operative e divergenze interpretative emerse nella prassi.

A tale proposito, tra gli altri aspetti, il Protocollo introduce un quadro di riferimento dei limiti temporali della messa alla prova (MAP) a seconda della gravità del reato in contestazione, con l’ulteriore precisazione che il periodo di messa alla prova non coincide con i giorni di lavoro di pubblica utilità (LPU), che saranno svolti secondo il calendario concordato nel programma tra l'Ufficio per la esecuzione penale esterna (UEPE), l'Ente e l'interessato.

Così come, nella prefigurata ottica di semplificazione, è stato altresì previsto che, salve ipotesi eccezionali di variazioni particolarmente significative, le modifiche della sola fascia oraria e/o dei giorni di lavoro di pubblica utilità (che non incidono sul quantum e sul tipo di attività svolta) potranno essere attuate di concerto tra l'Ufficio per la esecuzione penale esterna (UEPE), l'Ente e l'interessato, senza la necessità di una preventiva autorizzazione del Giudice.

L’elenco periodicamente aggiornato degli enti convenzionati con il Tribunale, ai quali è possibile rivolgere richiesta di disponibilità per lo svolgimento di lavoro di pubblica utilità (LPU), è consultabile sul sito dell’Ordine degli Avvocati di Lecce e su quello del locale Tribunale.

Tutte le Parti firmatarie, anche attraverso l’Osservatorio penale, si propongono ovviamente di monitorare attentamente l’applicazione del Protocollo, al fine di individuarne eventuali criticità e comunque apportare ogni modifica e/o integrazione necessaria per la compiuta attuazione delle finalità dello stesso.

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