Cari Colleghi,
sebbene fino ad oggi il documento approvato all'esito dell'assemblea dell'Associazione Nazionale Magistrati, tenutasi in data 23/4 c.a., non sia ancora pervenuto all'Ordine Forense, l'ampia diffusione che lo stesso ha ricevuto sulla stampa merita alcune precisazioni fermo restando il necessario approfondimento che sarà svolto nella sede competente.
Nel documento vengono evidenziate "alcune delle più rilevanti criticità, le quali, più di altre, finiscono col ritorcersi nei confronti dei cittadini" in conseguenza dell'astensione in atto additando, di fatto, l'Avvocatura come causa delle stesse. Non v'è dubbio che l'astensione dalle udienze possa provocare disagi e disservizi ai cittadini così come accade in tutte le forme di protesta anche se i suoi destinatari sono altri. Se è vero, dunque, che durante l'astensione sono stati rinviati molti dei processi che sarebbero dovuti essere trattati (non tutti, a dire il vero, a causa dell'astensione) non v'è altrettanto dubbio, ed i cittadini devono saperlo, che per ottenere la fissazione della prima udienza per separarsi o divorziare trascorrono, mediamente, tra gli otto ed i dieci mesi, così come accade in materia di controversie di lavoro o previdenziali o per la trattazione di un appello civile quando i rinvii superano l'anno e, in taluni casi, anche i due anni e così via dicendo. Accade, anche, che un processo penale, dopo l'udienza preliminare venga rinviato più volte prima di entrare nel "vivo" per carico di lavoro, composizione del collegio ed altro.
Allo stesso modo non è stato spiegato al cittadino, al quale, evidentemente, il messaggio dell'Associazione Magistrati era indirizzato, che non è sufficiente dire che si condividono "alcune problematiche poste a fondamento dell'astensione" ma è necessario dire che è inaccettabile che le udienze si svolgano in locali angusti ed anche nel seminterrato nonostante il notevole aumento del flusso di persone (utenti, avvocati, testimoni etc) che giornalmente frequentano i locali del Tribunale, ovvero che due giudici tengano udienza, contemporaneamente, nella stessa aula e nel contempo non avviare, immediatamente, la diversa e più razionale distribuzione delle udienze nell'arco della settimana.
E' intollerabile addossare, come sembrerebbe desumersi dal documento, la responsabilità del cattivo funzionamento della giustizia, in questi due mesi, agli Avvocati quasi che, fino al 18/2, la macchina della Giustizia, a Lecce, funzionasse come un orologio svizzero e non tenere conto e dire che se quella macchina era ancora in movimento ed ancora potrà rimanere, lentamente, in movimento ciò è anche merito degli avvocati e della loro tolleranza ed impegno che, solo a titolo d'esempio, scrivono i verbali di udienza, assumono le prove nel contraddittorio, provvedono a farsi le copie di atti per i quali corrispondono i diritti etc. senza tenere conto del contributo e delle risorse economiche che l'Avvocatura locale, nel tempo, ha immesso ed immette per tentare di ovviare alle gravi carenze di mezzi, strumenti, materiali d'uso comune, i cui oneri dovrebbero essere assicurati dai rilevanti costi richiesti per l'accesso alla giustizia.
Detto ciò non v'è dubbio che il senso di responsabilità fino ad oggi dimostrato da gran parte dei Magistrati che ha evitato il "muro contro muro" non attenuava le preoccupazioni per lo svolgimento di un'astensione ad oltranza che non solo è "sub iudice" per quel che attiene la ricorrenza, nel caso di specie, di tutte le condizioni previste dal codice di autoregolamentazione ma incide, pesantemente, sulle già ridotte risorse finanziarie di molti Avvocati che dalla pubblicazione di una sentenza o dalla emissione di un'ordinanza di assegnazione somme o dalla tempestiva liquidazione, in misura dignitosa, del compenso maturato in caso di ammissione al patrocinio gratuito avrebbero tratto risorse economiche per fare fronte ai loro impegni personali e familiari.
Non v'è dubbio che sia stata avviata una positiva fase di interlocuzione con l'Associazione Nazionale Magistrati e con i vertici degli Uffici Giudiziari e della Dirigenza amministrativa ma non v'è altrettanto dubbio che, fino a questo momento, pur essendo l'esistenza di un dialogo il risultato più significativo della interlocuzione, l'Assemblea degli Avvocati di Lecce non lo abbia ritenuto sufficiente per far cessare l'astensione. La riscrittura, infatti, dei protocolli d'udienza non si è ancora conclusa così come non risulta ancora avviato, in concreto, il dialogo per la scrittura di "Linee Guida" condivise in materia di patrocinio a spese dello stato che non ha ad oggetto soltanto la misura del compenso come in altre sedi hanno, già da tempo, compreso ed attuato. Allo stesso modo, pur prendendo atto, con soddisfazione, che con "la soppressione di alcuni degli Uffici del Giudice di Pace 17 unità lavorative saranno, nei prossimi giorni, attribuite al Tribunale di Lecce" ad oggi non si è avuta notizia, ancora, dei criteri con i quali saranno distribuiti e che, a tutt'oggi, non è stato consentito l'accesso "all'organigramma del personale in forza presso il Tribunale e la distribuzione del medesimo nei vari uffici, del settore civile e penale".
Al riguardo nessuno può dimenticare che il Consiglio, che è uno degli organi unitamente all'Assemblea, dell'Ordine Forense fin dal mese di settembre dichiarò lo stato di agitazione proclamando, per il mese di ottobre, due giornate di astensione evidenziando numerose criticità gran parte delle quali sono rimaste irrisolte e che, in occasione delle festività natalizie, dopo aver richiamato la gravità della situazione ipotizzai che ci potessero essere iniziative condivise che, se da sole non apparivano sufficienti a risolvere i problemi, avrebbero potuto alleviarne le conseguenze negative che, com'è noto, ricadono oltre che sui cittadini soprattutto sugli operatori della Giustizia e, tra questi, in particolare sugli Avvocati.
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Nel contempo devo segnalare che è pervenuta al Consiglio un'istanza sottoscritta dai rappresentanti di un gruppo di associazioni, otto su venti che sono registrate presso l'Ordine, con la quale si chiede la convocazione, d'urgenza, della "Commissione per l'attuazione del deliberato assembleare" con la partecipazione delle associazioni forensi, che ho deciso di accogliere anche perché mi sembra che si collochi in quello che dovrebbe essere uno dei ruoli delle Associazioni Forensi consistente, a mio avviso, in una responsabile attività d'individuazione dei problemi e di proposta per la loro soluzione.
Certo l'approvazione da parte dell'Associazione Nazionale Magistrati dell'apertura dei Tavoli da noi richiesti e, soprattutto, del metodo del dialogo, all'esito di una assemblea molto partecipata come ho letto sulla stampa, lascia ben sperare che tutti i Magistrati, una volta approvato il protocollo, lo attuino, al di là del valore giuridico, senza operare distinguo o dissociandosi dalle decisioni adottate finalizzate soltanto ad una migliore organizzazione e funzionamento del sistema giustizia.
Confido che la Commissione di Manutenzione, convocata per il 28/4 p.v., possa non solo autorizzare l'utilizzazione delle due aule d'udienza richieste dal Presidente del Tribunale, congiuntamente con l'Avvocatura, ed in questo momento assai necessarie per una migliore organizzazione dei calendari di udienza ma anche discutere di altri importanti problemi logistici legati all'attività del Tribunale.
Sono convinto che la prosecuzione del dialogo, in modo convinto e serrato, piuttosto che sottili distinguo su quali controversie si debbano trattare nonostante la dolorosa, per gli effetti che provoca sugli stessi Avvocati, astensione proclamata dall'Ordine di Lecce, consentirà di raggiungere, in tempi brevi, i risultati da tutti auspicati per riprendere il lavoro in condizioni migliori per tutti gli operatori e per i nostri clienti e cittadini.
Lecce 26 aprile 2014
Raffaele Fatano